Uno status sociale elevato influisce in maniera positiva sul DNA e sul sistema immunitario, tanto da modificare lo stato di salute. Questo è stato dimostrato per la prima volta da uno studio pubblicato su 'Proceedings of the National Academy of Science' dal team di ricercatori dell'Università di Chicago, capitanato da Jenny Tung, e sperimentato su un gruppo di 49 femmine di macaco Rhesus.

Le femmine di macaco, infatti, migliorando il proprio rango, modificano in modo vantaggioso il comportamento di alcuni geni legati al sistema immunitario.

Gli esperti hanno studiato il comportamento dei geni del sistema immunitario nelle cellule di 49 femmine di macaco nel Yerkes National Primate Research Center presso la Emory University di Atlanta; hanno modificato lo stato sociale di ciascuna cambiando loro il gruppo di appartenenza, infatti in natura la femmina resta nel gruppo in cui è nata ereditando il rango sociale della madre, se però viene spostata in un nuovo gruppo cambiandone il rango sociale, il suo corpo ne risente. I ricercatori hanno spostato le scimmie in nuovi gruppi: a seconda dell'ordine d'ingresso in un nuovo gruppo, ciascuna femmina andava su un gradino sociale diverso da quello da cui era partita. Gli esperti hanno evidenziato lo stress e il cambiamento nel sistema immunitario nella scimmia che scendeva di rango, mentre in un rango superiore si alzava anche il benessere e la salute.

Insomma, il fatto di essere un capogruppo o un individuo sottomesso potrebbe essere letto direttamente nel genoma. Questo però non significa che ogni singolo individuo nasca con un destino già stampato nei propri geni, infatti il successo di ognuno di noi dipende soprattutto dalla serie di eventi imprevedibili che influenzano la società. Non basta quindi che la bioetica spiani la strada con il mutamento dei geni per meglio adattarli ai vari cambiamenti, non è possibile prevedere con certezza il futuro.