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A 30 anni dai primi casi, l'AIDS colpisce ancora |
Benessere - Articoli |
Scritto da Martina Paolucci Venerdì 03 Giugno 2011 10:00 |
Il 5 giugno ricorre l'anniversario, se così può essere definito, dell'annuncio dei primi casi di una malattia particolare, sospetta, insorta in 5 ragazzi di Los Angeles e New York. Trent'anni fa, nel 1981, nessuno probabilmente poteva immaginare quante persone quella malattia avrebbe ucciso nel futuro. Oggi, il rapporto "Opportunità nella crisi: prevenire l'HIV dalla prima adolescenza alla giovane età adulta" pubblicato da Unicef, Unaids, Unfpa, Organizzazione Internazionale per il Lavoro, Organizzazione Mondiale della Sanità e Banca Mondiale, spiega che sono 2500 i giovani che, ogni giorno, contraggono l'AIDS.
Ad essere più a rischio sono le giovani donne e le adolescenti a causa, si legge dal rapporto, "sia della loro vulnerabilità a livello biologico sia della disuguaglianza e dell'esclusione che patiscono a livello sociale". Il Direttore generale dell'Unicef, Anthony Lake, accusa "negligenze, esclusione e violazione che non si verificano all'insaputa di famiglie, comunità e leader politici e sociali" del contagio tra i giovani. Questo a sostegno del fatto che, innanzitutto, qualcosa deve essere fatto dalle istituzioni che si occupano della formazione e dell'informazione dei giovani e degli adolescenti. Il rapporto delle varie organizzazioni mondiali mira a spronare tutti i leader mondiale affinchè si faccia sempre di più per informare i giovani, costruendo una catena di prevenzione che li segua e li protegga, aiutandoli a riconoscere ed evitare il pericolo. L'Unicef si impegnato in questa causa e, in particolare, vuole salvaguardare tutta la fascia dei teenagers, così che il passaggio dall'infanzia all'età adulta, già di per sè difficile e impegnativo, possa avvenire in modo sereno e non ostacolato dall'HIV: "un viaggio particolarmente carico di difficoltà per le bambine e le giovani donne". I dati del 2009 parlano di un 41% dei nuovi contagiati tra gli adulti composto da individui tra i 15 e i 24 anni, e di 2 milioni di sieropositivi di età compresa tra i 10 e 19 anni. Nella maggior parte dei casi si tratta di giovanni donne sudafricane che non conoscono la propria situazione e sono ignare della propria sieropositività. In tutto il mondo più del 60% dei giovani malati di AIDS sono donne, percentuale che aumenta fino al 72% nell'Africa sub-sahariana. In Italia, il virus infetta una persona ogni due ore, e l'età media dei contagi si è alzata, a 39 anni per gli uomini e 35 per le donne. Il virus, la cui trasmissione è, in 8 casi su 10, sessuale, conta nel mondo ben 33 milioni di persone malate, di cui 3 milioni sono bambini. |
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