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Allarme Oms: le malattie infettive sempre più resistenti agli antibiotici
Benessere - Articoli
Scritto da Angela Messina     Giovedì 07 Aprile 2011 16:00    PDF Stampa E-mail
antibioticiL'OMS Europa lancia un allarme: la resistenza ai farmaci sta diventando sempre più grave e molte infezioni non si possono più curare con facilità: richiedono trattamenti prolungati e costosi ed espongono a un maggiore rischio di morte. Inoltre, meno del 5% dei farmaci attualmente in sperimentazione è composto da nuovi antibiotici. Grazie all’uso dei farmaci antibiotici, siamo arrivati a combattere malattie come la meningite batterica, forme di polmonite che erano considerate fulminanti in altre epoche; la mortalità generale della popolazione è diminuita e si è allungata la vita media anche grazie agli antibiotici che non vanno criminalizzati, ma vanno usati correttamente: prima di tutto va ricordato che agiscono solo sui batteri e che questi alla lunga tendono a modificarsi per adattarsi al medicinale per sopravvivere.

Questi gli esempi più comuni su cui riflettere al momento, ma l’Oms punta l’indice anche e soprattutto su problematiche più vaste: ogni anno 25.000 persone, solo nella zona dell’Unione Europea perde la vita per infezioni da batteri antibiotico-resistenti e nella maggior parte dei casi il contagio avviene nelle strutture ospedaliere e sanitarie. Non solo: gli antibiotici vengono usati anche negli animali destinati all’alimentazione. I loro organismi sviluppano batteri che si modificano geneticamente per resistere a tali farmaci ed entrano nella catena alimentare arrivando all’uomo.

Allarme dell'Oms: nei paesi europei le infezioni sono sempr epiù antibioticoresistenti
In molti Paesi l’uso degli antibiotici non è regolamentato e gli antibiotici possono essere acquistati da cittadini e allevatori al bancone senza una prescrizione medica o veterinaria. Questo, spiega l’Oms, accade in due Paesi su tre dell’Europa dell’Est. I medici spesso prescrivono antibiotici con troppa facilità e le persone li assumono per trattare infezioni comuni come l’influenza o i raffreddori. Inoltre, le imprese commerciali li promuovono irresponsabilmente.

Molti Paesi europei hanno dimostrato che la resistenza agli antibiotici può essere combattuta. Rigide misure di prevenzione e controllo negli ospedali, a partire dalla semplice igiene delle mani, possono ad esempio ridurre in maniera significativa l’incidenza dello Staphylococcus aureus resistente alla meticillina, il batterio ospedaliero più temuto.

L'Oms pubblicherà un pacchetto di misure che i Governi dovranno mettere in atto per combattere la resistenza ai farmaci. Fra queste: lo sviluppo e la messa a punto di piani nazionali ad hoc e il rafforzamento della sorveglianza e della capacità di analisi. Inoltre, l'Oms vuole assicurare un accesso continuo ai medicinali essenziali di sicura qualità, regolare e promuovere l'uso razionale dei farmaci, migliorare la prevenzione e il controllo delle infezioni, dare impulso all'innovazione e alla ricerca e allo sviluppo di nuove armi contro le infezioni.

Fra le emergenze principali, fa notare l'Oms, le forme multiresistenti di tubercolosi, di cui si sono registrati 440 mila casi in 69 Paesi nel 2010, e i parassiti della malaria ormai invulnerabili persino con i trattamenti di ultima generazione. Preoccupano anche i ceppi resistenti di gonorrea e Shigella, così come le infezioni ospedaliere e persino il virus Hiv, che sta diventando resistente alle terapie antiretrovirali in uso.

Essenziale per affrontare l'emergenza, secondo l'Oms, sará la collaborazione di tutti, Governi, industrie farmaceutiche, operatori sanitari, e anche il dialogo fra mondo della salute umana e animale, dato che l'utilizzo di antibiotici nell'allevamento e nell'agricoltura contribuisce al rischio di sviluppo di resistenze.

Fonte: ASCA
 

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