Il capo dipartimento delle politiche antidroga del Consiglio dei Ministri, Giovanni Serpelloni, ha proposto di far sottoporre periodicamente a test antidroga tutti coloro che lavorano nell'ambito della sanità, ovvero medici e infermieri, in quanto impiegati in settori in cui si svolgono mansioni particolarmente delicate per la sicurezza collettiva.

I lavori in campo medico sono equiparati a quelli di trasporto, come autisti di autobus, di aerei, controllori di volo, autotrasportatori ecc, in quanto, ogni giorno se non sono in piene lucidità mentale possono causare danni anche letali alla collettività: quindi, qualora la proposta venga accettata gli operatori sanitari ma si è parlato anche di insegnati ,devono sottoporsi ai test antidroga.

Ancora non è noto se questi test saranno fatti periodicamente o saltuariamente, ma c'è chi parla della seconda ipotesi: nel momento in cui uno degli operatori, anche occasionalmente, risultasse positivo ai test verrebbe sospeso dall'incarico.

Non si parla quindi di licenziamento, ma ogni persona avrebbe un occasione per "riparare al danno" accettando di partecipare ad un percorso di riabilitazione: nei casi in cui venga accertato un solo uso occasionale di sostanze stupefacenti, il medico competente può riconsiderare l'abilitazione della persona "incriminata" e dopo parere favorevole del Sert, inserirlo nuovamente a svolgere il suo regolare compito lavorativo.

Fonte: Asca