DEVOLVI IL 5XMILLE A MAMME DOMANI. AIUTA I NOSTRI PROGETTI. CF: 09390161009 |
Il cancro al seno meno aggressivo grazie ad una proteina |
Benessere - Articoli |
Scritto da Angela Messina Martedì 01 Febbraio 2011 10:47 |
Un team di ricercatori italiani, coordinati dal Paola Nisticò, del Laboratorio di Immunologia dell'Istituto Nazionale Tumori Regina Elena in collaborazione con l'Università Sapienza di Roma e con l'Istituto San Raffaele di Milano, hanno scoperto che se viene interrotta la comunicazione tra due particolari geni, implicati nel cancro al seno, l'aggressività della neoplasia si riduce.
I geni implicati sono l'Her2 e la proteina hMena: se entrambi sono positivi (co-espressi) il cancro al seno è particolarmente aggressivo; la maggior parte dei casi (70%) di tumori che esprimono Her2 è positivo anche alla presenza di hMena. Lo studio, in parte finanziato dall'AIRC, è stato pubblicato dalla rivista PLos-One. Questa importante informazione però non è l'unica che lo studio ha messo in luce: gli esperimenti, condotti in vitro su cellule di carcinoma della mammella, hanno evidenziato che inibendo la proteina hMena si rallenta la proliferazione tumorale indotta dal gene Her2. Quindi, i dati ottenuti dalla ricerca italiana non solo evidenziano il ruolo fondamentale di hMena nello sviluppo delle neoplasie mammarie, ma suggeriscono anche che tagliando i ponti molecolari tra hMena e Her2 si potrebbe arrestare la progressione tumorale. Il gene hMena, identificato per la prima volta all'Istituto Regina Elena dalla stessa Nisticò e da Francesca Di Modugno, è assente nell'epitelio delle mammelle sane e compare invece nelle lesioni benigne che evolvono in tumori. Esso si candida quindi ad essere un marker di diagnosi precoce per il cancro al seno e un importante target terapeutico. Ciò avviene, con molta probabilità, poichè hMena regola il complesso di filamenti proteici che costituiscono l'impalcatura delle cellule, il citoscheletro. Questa è una struttura molto dinamica, che controlla la forma e la funzione di ogni cellula.In quelle cancerose il citolscheletro cambia per l'aumentata espressione di hMena e delle sue varianti. La ricerca getta una luce sui meccanismi che regolano l'interazione tra questi due geni che vengono co-espressi proprio da quelle neoplasie del seno con l'andamento clinico peggiore. Come spiega la dottoressa Nisticò, hMena si rivela un utile marker sia diagnostico che prognostico, quindi si potrebbero individuare farmaci inibitori di hMena per interrompere i segnali che ne permettono la cooperazione col gene Her2, migliorando così il decorso clinico dei tumori al seno più aggressivi. Fonte: IAMM |
Con la collaborazione della BCC di Roma Corso gratuito per bambini di 6/7 anni: laboratorio di pittura creativa a Roma Per i più grandi |