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Cancro ai polmoni: la tac a spirale che salva la vita |
Benessere - Articoli |
Scritto da Chiara De Luna Venerdì 26 Novembre 2010 19:43 |
Come 25 anni fa è avvenuto per il tumore la seno, adesso arriva un'altra svolta epocale, così come la definisce l'oncologo Umberto Veronesi, ma questa volta però riguarda il tumore ai polmoni, uno dei più difficili da curare ma che tramite una nuova tac a spirale si riesce a salvare 6.500 vite l'anno.
I numeri sono senza precedenti rispetto ad altre strategie e tecniche, addirittura in due terzi dei casi si evita la chemioterapia: sette pazienti su 10 sono vivi a 5-10 anni perché il loro tumore è stato scoperto quand'era di pochi millimetri e non dava ancora sintomi della sua presenza. I dati finali dello studio Cosmos sui grandi fumatori, eseguito a Milano, sono più incoraggianti di quelli resi noti un mese fa dallo statunitense National cancer institute (Nci), prefigurando una mortalità ridotta del 50%. Per lo studio, il Cosmos della Ieo ha coinvolto per 10 anni 6.200 forti fumatori ( un pacchetto al giorno per 20 anni) ed ex forti fumatori che hanno smesso da meno di 10 anni, tra questi sono stati individuati 297 carcinomi polmonari, nel 75% dei casi a uno stadio iniziale: sono state circa 40 mila le Tac spirali eseguite nell'ambito dello studio Cosmos (ognuna costa 200-250 euro). Massimo bellomi, direttore scientifico di Radiologia, ha spiegato che l'esame è accurato, si esegue in 6 secondi e i livelli di esposizione alle radiazioni ionizzanti sono inferiori al 70% della dose raccomandata per gli studi diagnostici dalle normative europee e dalle leggi italiane: inoltre, questa tecnologia è in grado di individuare tumori anche di soli 0,6 millimetri. Sui volontari sottoposti allo studio, è stato individuato un tumore ogni 12 persone in 10 anni, l'89% dei tumori individuati è risultato asportabile chirurgicamente in modo radicale e nel 98% dei casi l'intervento è stato conservativo: importante è sottolineare che, la mortalità è stata inferiore all'1% e soltanto il 33% dei pazienti ha dovuto subire una chemioterapia. Gli specialisti dello Ieo hanno osservato che i noduli sotto i 5 millimetri possono essere considerati negativi, quelli tra i 5 e gli 8 millimetri richiedono più attenzione e quelli sopra gli 8 millimetri hanno bisogno di un esame più approfondito. Umberto Veronesi sottolinea che, lo studio continua e che il loro obbiettivo è arrivare a 20mila volontari da sottoporre a questo nuovo esame, purtroppo però la questione economica è un problema, in quanto lo studio è pagato dalla Ieo ma i costi sono molto alti e quindi senza 5 per mille e senza l'aiuto del servizio sanitario andare avanti come vorrebbero diventa difficoltoso. Ma Veronesi non si arrende e dichiara di lottare affinchè il servizio sanitario nazionale finanzi ulteriori studi. Fonte: Ansa |
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