Il binge-drinking, ovvero bere per ubriacarsi, tanto diffuso nei paesi anglosassoni e ora in aumento anche in Italia, è un comportamento che mette ad alto rischio la salute cerebrale dei giovani, in quanto l'uso smodato di alcol potrebbe definitivamente compromettere le normali connessioni nel cervello, trasformando così un giovane sano in un adulto depresso e ansioso.

Questo è quello che emerge da uno studio del Loyola University Health System, presentato in occasione del convegno annuale della Society for Neuroscience di San Diego: per arrivare a queste conclusioni, i ricercatori hanno somministrato, a dei topolini adolescenti, elevate dosi di alcool per tre giorni, tanto da causarne lo stato di ubriachezza, alzando così la loro concentrazione ematica a un valore compreso tra lo 0,15 e lo 0,2 per cento.

I dati sono stati confrontati con un gruppo di controllo al quale era stato somministrato una normale soluzione salina: il risultato è stato che, un mese dopo, quando le cavie erano diventate adulte, quelle alle quali era stata somministrata un elevata dose di alcol, mostravano livelli alterati corticosteroidi, ovvero quegli ormoni che si attivano in condizioni di stress.

In particolare, i coricostroidi si innalzavano tanto quando venivano somministrati ai topolini dosi di alcol, mentre in condizioni normali, questi ormoni mostravano avere livelli più bassi del normale, tutto questo invece non succedeva nei topi che "erano sempre stati sobri".

Fonte: AGI