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Ictus ischemico: scoperto un gene nei diabetici che ne predice l’insorgenza |
Benessere - Articoli |
Scritto da Maria Ida Longo Giovedì 08 Luglio 2010 17:55 |
Uno studio italo-scozzese coordinato da Roberto Pola, ricercatore dell'Istituto di Medicina Interna e Geriatria dell'Università Cattolica-Policlinico “A. Gemelli” di Roma, ci rivela che, è stato scoperto un profilo genetico in persone affette da diabete di tipo 2, costituito dalla combinazione di polimorfismi di 5 geni infiammatori in grado di predire significativamente il rischio di sviluppare un ictus ischemico, in un arco di tempo superiore ai 6 anni. Lo studio è stato condotto in collaborazione con un gruppo di ricercatori dell'University of Dundee, guidati da Colin Palmer, nell’ambito del progetto Go-DARTS, che viene condotto da quasi 20 anni nella regione Tayside della Scozia e arruola tutti i pazienti diabetici. Dal 1992 sono stati studiati oltre 2.100 partecipanti, i quali hanno mostrato, in un periodo superiore a 6 anni, un ictus ischemico con una percentuale di circa il 7%.
Così grazie ai test genetici, sono riusciti ad individuare una combinazione di polimorfismi di 5 geni infiammatori (Interleuchina-6, ICAM-1, MCP-1, E-selectina e MMP-3), che è in grado di predire in un lasso di tempo superiore a 6 anni, se il paziente andrà incontro ad un ictus ischemico. Da qui è stato stabilito che, chi ha almeno 4 di questi geni ha un'incidenza di ictus ischemico superiore di 10 volte rispetto a coloro che non hanno nessuna di questa mutazioni. Il professor Pola spiega che, queste scoperte aprono la strada alla possibile realizzazione di un test diagnostico per i soggetti diabetici, i quali hanno un rischio più elevato, rispetto alla normale popolazione di andare incontro a malattie cardiovascolari. L’obbiettivo di Pola ed equipe è quello di, creare dei test genetici facilmente eseguibili ed economici, in grado di individuare quali soggetti diabetici hanno maggiore rischio di avere un ictus ischemico nel futuro e sottoporli oltre che ad uno screening diagnostico più intenso, anche a terapie di prevenzione più aggressive. Lo studio, insieme ai più importanti ricercatori sull'ictus a livello mondiale, appartenenti a centri universitari in Inghilterra, Scozia, Germania, Spagna, Portogallo e Usa, si aprirà a nuovi scenari di applicazione diagnostica, che saranno utili non solo ai diabetici ma anche al resto della popolazione. Fonte: AGI |
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