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Emergenza fumo: donne schiave delle "bionde" |
Benessere - Articoli |
Scritto da Angela Messina Giovedì 03 Giugno 2010 10:25 |
In occasione della giornata contro il tabacco, l'OMS diffonde i dati sul consumo di sigarette ed emerge un dato preoccupante: 200 milioni di fumatori in tutto il mondo e 5 milioni di persone stroncate ogni anno da malattie connesse al tabagismo.
I dati evidenziano come oggi siano più le giovani donne e le loro madri, accanite consumatrici di tabacco, a confermare quanto avevamo detto qualche settimana fa. Rispetto agli anni '50 le donne fumatrici si sono triplicate e sono il 20% del campione totale.
Per gli anni futuri, dice l'OMS, bisogna aspettarsi un diminuzione di malattie correlate al fumo nei maschi, ma un aumento nelle donne. Le previsioni dell'OMS trovano riscontro in uno studio effettuato dall'Istituto Astra Ricerche per la Fondazione Veronesi e il Comune di Milano: sul campione preso in esame (studenti della scuola superiore), il 22,3 % delle ragazze ha dichiarato di fumare regolarmente, ma il 9,3% di loro ha 14 anni e il 33,3 ne ha 18! Cominciare sin da giovanissimi del resto è molto facile: serve a darsi un tono, ad imitare i grandi, a rilassarsi in compagnia, a superare un momento di tensione. Ma smettere è molto difficile, si riesce solo dopo i 65 anni. La colpa però è anche di tutti gli additivi che vengono mischiati al tabacco e creano dipendenza. E smettere e anche difficile durante la gravidanza e il puerperio, infatti il MOIGE (movimento italiano genitori) ha promosso una campagna di informazione e sensibilizzazione "Se fumi lui filtra", atta a far comprendere come il fumo in gravidanza e in allattamento può aumentare il rischio di morte improvvisa in culla ed espone il bambino a gravi malattie respiratorie quali polmoniti, bronchiti,asma e otiti. Servono strategie collettive di dissuasione. Attualmente esistono i centri antifumo (il numero verde è 800 5540 88) che garantiscono un servizio nazionale anonimo e gratuito di consulenza. Si potrebbe usarli di più, ma più della metà dei fumatori, intervistati in occasione della Giornata mondiale senza tabacco, non sa neppure che esistono. Poi ci sono le terapie farmacologiche.: funzionano, ma costano. Poiché rivolgersi al medico per smettere di fumare permette di avere un successo maggiore, Asl virtuose come quella di Prato e di Trieste hanno deciso di regalare la terapia nei propri centri antifumo per incoraggiare i pentiti. E molte Asl italiane hanno intenzione di imitarle. Fonte: AGI |
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