Sesso dopo un infarto? Perché no se si è in forma. Dopo un infarto si può tornare a fare sesso e le ricadute, secondo gli esperti sono minime se si seguono le giuste precauzioni.

Secondo uno studio effettuato dall'Università di Chicago, diretta dalla dottoressa Stacey Lindau e presentata al congresso dell'American Heart Association, dire addio al sesso dopo un infarto è un errore.

Secondo uno studio condotto su oltre tremila coppie nel continente africano, le possibilità di contagio aumentano per l'uomo se la partner, affetta da HIV, è incinta.

Negli anni è stato preso in considerazione varie volte il fenomeno che prevede l'aumento di contagio tra le puerpere, ma non è mai stato preso in considerazione l'effetto sull'altra metà della mela, ovvero il partner maschile.

Giovedì 27 maggio si apre il XXII Congresso Nazionale della Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale (SIPPS).

Nella città siciliana si confronteranno sulle tematiche principali che riguardano la salute del bambino e dell’adolescente ginecologi, insegnanti, medici, nutrizionisti, pediatri e psicologi.

Oltre un milione di italiani è affetto da bipolarismo vale a dire l’alternarsi di stati di depressione a stati di “euforia” maniacale.

Spesso però il problema è sottovalutato o mal diagnosticato: due pazienti su tre non hanno un’adeguata terapia, e arrivano alla diagnosi con 10 anni di ritardo.

Parlando con altre mamme ma anche con amici e parenti, ho sentito spesso di molte persone che utilizzano gli antibiotici come fosse acqua fresca, ricorrendovi per curarsi o per curare qualcuno in famiglia anche quando forse non ci sarebbe la reale necessità, pensando di accelerare la guarigione o di dover attaccare in modo duro anche una piccola influenza.

Ma non è così, e anzi gli antibiotici vanno usati nel modo corretto e solo quando ci sia la reale necessità stabilite dal medico. Dosaggio e durata della cura devono poi essere rispettate alla lettera, anche perché un ciclo di antibiotici seguito in modo errato, aumenta del 50% il rischio di sviluppare una resistenza a quel dato farmaco per almeno un anno.