Un nuovo studio condotto negli USA alla "Penn University", e pubblicato su "Journal of Nutrition", ha rilevato come i polifenoli, antiossidanti naturali con proprietà benefiche, presenti anche nell'uva e nel tè verde, provochino, se assunti in maniera eccessiva, l'inibizione all'assorbimento del ferro da parte dell'organismo e, di conseguenza, una carenza di ferro nell'individuo.

Infatti i polifenoli, legandosi al ferro, formano complessi non trasportabili dal flusso sanguigno che vengono pertanto espulsi.

Sono tantissime le malattie e i tumori causati dal fumo di sigaretta: ieri noi di Mamme Domani ci siamo occupati del legame che c’è tra fumo e impotenza, oggi mettiamo in evidenza un importante scoperta che vede il fumo come causa del cancro al seno.

La prova che la nicotina delle sigarette è collegata allo sviluppo del cancro al seno ci è data dai ricercatori della Taipei Medical University di Taiwan, che esaminando 276 campioni umani di cancro al seno, hanno trovato nelle cellule un gran numero di recettori della nicotina.

Helen E. Fisher ha condotto uno studio, pubblicato sul "Journal of Neurophysiology", da cui si evince che quando una storia d'amore importante finisce al nostro cervello vengono provocate delle ferite, le stesse causate dalla dipendenza da sostanze stupefacenti come la cocaina.

Non tanto un cuore spezzato quindi, ma un dolore che agisce sul nostro cervello come una droga.

Un nuovo test rivoluzionerà la diagnosi precoce per la meningite: la scoperta è stata fatta dagli scienziati della Queen's University di Belfast e del Belfast Health and Social Care Trust (Irlanda del Nord), col sostegno della Meningitis Research Foundation.

La nuova scoperta permetterà di diagnosticare la meningite nell’arco di una sola ora, diagnosi che prima di adesso veniva fatta in 24/48 ore e che spesso, purtroppo, nei bambini piccoli la meningite è stata spesso scambiata per un infezione virale,  progredendo in poche ore e portando alla morte se non diagnosticata precocemente.

Spesso si beve qualche bicchiere di troppo e poi ci si mette ugualmente al volante credendo di essere sobri, invece non è così e puntualmente succedono incidenti.

Secondo una ricerca condotta dalla Brown University, diretta dal dottor Peter Snyder il  dopo-sbronza ha un effetto ingannevole: il soggetto ha la percezione di essere sobrio, ma in realtà gli effetti della bevanda sono ancora attivi.