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Broccoli, cavolfiori e cavoli migliorano sintomi dell'Autismo
Bambini - Articoli
Scritto da Tatta Bis     Martedì 14 Ottobre 2014 15:34    PDF Stampa E-mail
autismo2Un piccolo studio condotto dai ricercatori del MassGeneral Hospital for Children (MGHfC) e la Johns Hopkins University School of Medicine ha dimostrato che il trattamento giornaliero con il sulforafano, la molecola attiva che è presente nelle verdure come broccoli, cavolfiori e cavoli, può migliorare alcuni sintomi dei disturbi dello spettro autistico.
 
Nel rapporto sullo studio, che è stato pubblicato online su "PNAS Early Edition", i ricercatori hanno spiegato come i partecipanti siano migliorati nelle valutazioni comportamentali e di comunicazione, in sole quattro settimane di trattamento con una dose giornaliera di sulforafano.
 
Broccoli

Durante gli ultimi anni ci sono stati dei resoconti sul fatto che i bambini con autismo possono avere miglioramenti nell’interazione sociale e, talvolta, nelle competenze linguistiche quando hanno la febbre,come afferma il dott. Andrew Zimmerman, coautore e corrispondente del report.
 
Il team ha studiato quello che potrebbe esserci dietro a livello cellulare e fatto una ipotesi su cosa risulterebbe dall’attivazione della febbre da risposta allo stress cellulare (i meccanismi cellulari di protezione che di solito sono tenuti in riserva sono attivati attraverso l’attivazione della trascrizione genica).
 
Nella ricerca sono stati coinvolti 44 giovani tra i 13 e i 27 anni, tutti con un moderato a grave disturbo dello spettro autistico, i partecipanti sono poi stati assegnati a ricevere in modo casuale o una dose giornaliera sulforafano (estratto da germogli di broccoli) o un placebo. 
 
Lo studio si è svolto in doppio cieco, dove né gli scienziati, nè i partecipanti e né i loro caregivers sapevano chi stesse ricevendo il sulforafano o il placebo.
 
I partecipanti sono poi stati valutati, dai caregivers e dai ricercatori, attraverso misure standardizzate di comportamento e di interazione sociale in via preliminare allo studio e poi a 4, 10 e 18 settimane dopo l'inizio del trattamento. 
 
Questo è stato interrotto dopo 18 settimane, e valutazioni supplementari sono state fatte dopo 4 settimane, quindi a 22 settimane.
 
Il dott. Kanwaljit Singh del MGHfC, Lurie Center e UMass, autore principale dello studio, ha dichiarato che, tra i 40 partecipanti che sono tornati per ottenere almeno una valutazione, i punteggi medi per ciascuna delle valutazioni erano significativamente migliori in 26 dei partecipanti che avevano ricevuto il sulforafano rispetto a 14 che hanno ricevuto il placebo.
 
Alla visita dopo 4 settimane, alcuni caregivers hanno riportato un miglioramento comportamentale evidente. Alla fine del periodo di studio, il personale di studio e i familiari hanno correttamente indovinato le assegnazioni di molti partecipanti. 
 
In totale, 17 dei 26 partecipanti che hanno ricevuto il sulforafano sono stati giudicati positivamente dai loro caregivers con miglioramenti nel comportamento, nell’interazione sociale e nella calma durante il trattamento attivo.
 
Anche i punteggi medi su due valutazioni, la Lista di Controllo sul Comportamento Aberrante (ABC) e la Scala di Reattività Sociale (SRS), sono migliorati in modo significativo dopo 18 settimane di studio. 
 
Nei partecipanti che hanno ricevuto il sulforafano i punteggi erano diminuiti del 34% e 17% per cento e questo significa un miglioramento di fattori come l'irritabilità, la letargia, i movimenti ripetitivi, l'iperattività e nella comunicazione, nella motivazione e nell’imitazione dei modelli.
 
La maggior parte, ma non tutti i miglioramenti, erano scomparsi dalla 22ma settimana di rivalutazione (quando i partecipanti non ricevevano più il trattamento con il sulforafano), supportando la probabilità che a cambiare le cose era stata l’interruzione del trattamento con sulforafano.
 
I miglioramenti osservati sulla Scala di Reattività Sociale erano particolarmente notevoli, e questa è la prima volta che un miglioramento statisticamente significativo sulla SRS si è visto per uno studio sul farmaco nel disturbo dello spettro autistico.
 
I miglioramenti non hanno interessato tutti (circa un terzo non ha avuto alcun miglioramento) e lo studio deve essere ripetuto in un gruppo più ampio di adulti e bambini, qualcosa che speriamo di organizzare presto. 
 
 

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